Nell’epica Battaglia di Benevento (26 gennaio 1266) tra le truppe guelfe dei D’Angiò e le ghibelline del Regno di Sicilia perse la vita il sovrano svevo Re Manfredi, figlio e successore dell’imperatore Federico II. La potente dinastia francese dei D’Angiò si impossessava dell’Italia meridionale affidando al rampollo prediletto – il diciottenne Principe Filippo – l’enorme possedimento del Principato di Taranto. La zona su cui sorge attualmente Martina Franca, in posizione mediana tra i mari Jonio e Adriatico, era considerata strategica per il controllo degli ingenti flussi di traffico dell’epoca tanto da indurre la nobile casata a popolare l’area del Castrum Martinae che, da presidio militare, evolvé al ruolo di città dai molti privilegi fiscali inurbando profughi di varie etnie. A gestire la nascita della nuova comunità fu chiamato Loffredo di Monteleone, vicario e giustiziere del Principato. Il 12 agosto 1310 – direttamente da Napoli – il Principe promulgò un privilegio che garantiva agli occupanti del Casale della Franca Martina la demanialità perpetua definendo così i vasti confini del borgo. Il processo evolutivo della Città si protrasse fino al 1335 – anno in cui assunse lo status di terra (città fortificata) allorquando il principe ereditario Roberto I D’Angiò concesse ai martinesi la gestione di un territorio enorme (oltre 450 chilometri quadrati) ridimensionato in tempi moderni agli attuali 300 Kmq.