Poema agiografico in ottava rima, è considerato la prima opera ufficiale della letteratura martinese redatta dall’indigeno Cito de’ Citi ufficialmente un aromatarius (farmacista) oltre che acuto osservatore dell’evoluzione della società martinese del suo tempo. Composto nel 1596 e pubblicato a Napoli nel 1602, se ne conservano solo due copie originali: una a Martina Franca, l’altra presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. 781 ottave in rima (totale 6248 endecasillabi) – alterna nei primi sei versi e baciata negli altri due – suddivise in 10 canti nove dei quali dedicati alle vicende del Vescovo di Tours e l’ultima a Martina Franca che col santo continua ad intrattenere un rapporto spirituale strettissimo. La copertina raffigurata è tratta da una delle 500 copie da collezione – realizzate in edizione anastatica da NUOVA APULIA EDITRICE nel 2007 – dedicate ad personam e stampate su carta pregiata Tussor avoriata, copertina cartonata in Balacron, stampa in oro a caldo e cofanetto cartonato in Imitlin appositamente realizzato.